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IL MITO DELLA BELLEZZA ETERNA, L'OCCHIO SULL'ANIMA
Shapes of Time - Biennale di Alessandria - 2008
Per George Sand la bellezza che si rivolge agli occhi è solo la
magia del momento, l’occhio del corpo non è sempre quello
dell’anima. Secondo Oscar Wilde nel suo “Ritratto di Dorian
Gray”, il ritratto diventa la cristallizzazione della bellezza
giovanile che esclude il trascorrere inevitabile del tempo
per questo desidera che il ritratto invecchi al posto suo e
non diventi lo specchio della sua anima, la prigione della
sua effige di gioventù. Le varie fasi della vita, il loro modo
di viverle, il corretto rapporto con l’idea della morte sono
fattori che influenzano in maniera sensibile la qualità della
vita. Nel “De Senectude” Cicerone diceva che “nessuno è
tanto vecchio da non sperare di vivere ancora un giorno,
né alcuno tanto giovane da essere sicuro di vivere ancora
un giorno”. In questa frase è racchiusa la propensione al
timore di invecchiare e al panico che l’idea della morte può
generare. La paura d’invecchiare non è sempre collegata
al concetto di morte, ci sono individui che non temono la
morte, ma sono terrorizzati dall’idea di diventare vecchi,
di separarsi dalla parte migliore di sè. Il cambiamento
cioè la linea di demarcazione tra le varie fasi della vita:
l’adolescenza, la maturità e la vecchiaia, ci spaventa e la
fotografia ci pone di fronte a questi cambi impercettibili
che nel tempo diventano sempre più forti.
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